Ci siamo recati, a passo di sogno, oltre il confine che disegna il mondo,
e ci è parso così ciò che pria era d’attorno.
Immane mistero, lo contenevamo.
Non v’era cespuglio ch’a noi fosse alieno, né roccia né sguardo: custodivamo
ogni cosa e il reale nel nostro profondo,
ben oltre la forma e il continuo mutare.
Lì dove ogni cosa si fa Viva ed Una,
il cuore vi batte un linguaggio d’amore:
parlando il silenzio, giocando i colori,
svelato il segreto è di nostra natura.
E intanto da fuori Dio abbraccia ogni cosa
con quel Nostro sguardo, che Suo era già stato,
Ei ride sgomento dinanzi al creato
vedendo che nudo ogni oggetto è irreale.
Non v’era cespuglio ch’a noi fosse alieno, né roccia né sguardo: custodivamo
il tempo e lo spazio di quel gioco divino
nella parentesi della percezione.
E siamo tornati, a passo di sogno, davanti a quel velo che si dice mondo.
Ci è parso così ciò che pria era d’attorno e,
immane mistero, ancor lo eravamo.
Shamir
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