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Un messaggio da Ax...


Questo messaggio risale a Febbraio 2007, è una lettera che il mio Maestro diretto AX mandò a me e ad altri Apprendisti che aveva all'epoca. E' un'autentico messaggio da Maestro a Discepolo. Leggetelo diverse volte, fatene tesoro. Benedizioni. ------------------------------------------------------------------------------------ La Creazione Domanda: dove sono io? Risposta : Quì! D: Quì ma dove? R: In qesto posto! D: Togliamo questo posto e qualsiasi altro posto, dove saresti? R: Sarei nel mio corpo! D: E se non avessi mai visto il tuo corpo! R: Sarei in una dimensione avvolta dal buio ma sarei comunque presente. D: E se togliessimo anche il buio? R: Sarei comunque nel pensiero di essere, di esistere. D: E se togliessimo anche il pensiero di esistere, dove saresti? R: Dormirei! Questo dialogo vuole dimostrare che la consapevolezza di esistere, di essere presenti è sempre basata su un dualismo: io e il posto dove sono; io e il mio corpo; io e il buio; io e la sensazione di caldo, di freddo, d’amore, odio ecc. io e i miei pensieri: insomma IO e QUALCOSA D'ALTRO. Se si togliesse l"altro" noi piomberemmo nell'incoscienza, nella non-presenza. In effetti è ciò che succede tutte le notti quando andiamo a letto. Si chiudono gli occhi e il supporto delle immagini viene meno, i suoni svaniscono, la cenestesia ( il tatto ) che ci ricorda che siamo coricati in quella posizione si afflevolisce e pian piano la mente insegue i pensieri che essa stessa crea fino ad identificarvisi. I due ( io- pensiero ) ( io che penso ) diventano un solo pensiero. Pensiero che si trasforma in immagini oniriche, cioè in sogno. Questa dimensione sognante dell'io si muove sempre con la regola del "dover creare e percepire per esistere". L'io crea sempre un supporto "altro da se" per riflettersi, per esistere, per essere consapevole di essere: in altre parole per confermare di vivere. La consapevolezza di esistere nasce dall’esser due. Io e qualcosa d'altro. Se quest'altro non viene creato l'io piomba nell'inconsapevolezza, nel sonno. Gli antichi dicevano che il sonno è il fratello della morte. Bisogna precisare cosa s’intende qui per creare. Creare significa dare forma e sostanza a qualcosa che pirma non c’era. Noi non siamo in grado, per ora di creare nulla, però dalla materia indescrivibile e incomprensibile che ci circonda creiamo qualcosa di comprensibile, di spiegabile. In altre parole interpretiamo il mondo, o meglio, il nostro mondo. Quel tale albero è un albero per me non per quel uccello che lo usa come rifugio e il nostro volatile lo percepirà diversamente da quel cane che lo usa come toilette. Qualsiasi fenomeno che percepiamo è sempre un nostro fenomeno e soltanto nostro.


Si può presupporre che l’interpreatazione del mondo sia simile a tutti gli appartenenti ad una stessa specie, ma restano comunque solo nostri. Questa massima va applicata a tutti i contenuti dell’io. Mi spiego. Quel tal amico, o quella cara persona, quell’oggetto, insomma tutto il mondo che ci circonda è così solo per noi. Gli “altri io” la percepiranno a loro modo. Probabilmente simile al nostro ma non il nostro. Ovviamente se una cosa è simile, per sua stessa definizione vuol dire che è diversa. Ognuno di noi si muove nel proprio mondo creato ad ogni momento da sé stesso. Permettetemi: ognuno di noi è solo e vive nel proprio mondo. Gli altri “io” sono solo dei contenuti del proprio io. Le persone che ci circondano sono solo il frutto della nonstra creazione. Ovviamente ci sarà qualcosa “la fuori” dal mio mondo ma noi possiamo solo percepire le nostre costruzioni. Ovviamente ci sono persone “la fuori” ma quello che vediamo è la somma di dati che costruiscono le persone. La luce ci fa vedere delle particolari sembianze che unite a degli affetti e dei ricordi ci fan dire che quella persona è il tale. Non è il tale! Ma l’interpretazione di quel tale. “La fuori” non c’è nulla di comprensibile. L’UNIverso è solo UNO per ognuno di noi. Si può presumere che esistano molti universi, uno per ogni essere che ha la capacità spontanea di creare il mondo nel quale può apparire come un essere distaccato dallo stesso universo che ha creato. So che questi pensieri possono non essere condivisi oppure non facilmente conprensibili ma se vi fermate a riflettere a fondo potreste avvertire una sorta di “strappo” nella mente: questo è il primo obiettivo che mi sono proposto. Dopo questo strappo nella mente può subentrare la “solitudine mortale” . A chi porterà avanti con rinnovato sforzo gli esercizi magici arriverà comunque ad incontrare la solitudine mortale. Si arriverà ad un punto nel quale si comprenderà che un passo oltre significa morire. E’ allora che la dignità magica che è in ognuno di noi dovrebbe palesarsi. Osare e Volere a tutti i costi: questi sono gli imperativi che ci hanno tramandato tutti i grandi maghi del passato. Se si avrà il coraggio indomito di osare, si varcherà la soglia del punto senza ritorno e il guardiano della soglia sarà per sempre sconfitto. Il demone dell’importanza personale abbattuto. Morire a tutti i contenuti, distaccarsi dalle adesioni delle nostre creazioni. Questa è la via per risorgere di fatto e non nelle illusioni e nelle speranze o nelle congetture sognanti della mente nostra. Il sapere magico è un sapere profondo. Esistono due tipi di sapere, o meglio, due dimensioni del sapere: una per estensione ed un’altra creata dalla somma in linea orizzontale di tutti i dati che apprendiamo ogni giorno. E’ il sapere da computer e in molte occasioni della nostra vita. E’ il sapere che ci porta a sostenere un esame, un sapere creato dalla somma di dati ristrutturati e aumentati da altri dati che da essi sono stati scaturiti. Il sapere in profondità è un sapere che nasce dalla natura del dato, un sapere che trasforma l’individuo. Facciamo un esempio. Provate a spiegare cosa si prova ad amare a chi non ha mai amato. Cosa gli direste? Gli direste forse che quando si ama ogni momento che non si passa accanto all’oggetto del vostro amore è un momento d’angoscia? Gli direste che quando siete insieme al vostro oggetto dell’amore vivete momenti struggenti? Potreste riversare nella mente del vostro interlucotore altre decine di dati di questo tipo ma alla fine lui non avrà ancora capito cosa intendete per amare. Tutto questo fino a quando lui stesso non sperimenterà l’amore. Allora, e solo allora, le vostre parole si rivestiranno di un senso comprensibile per lui. E’ il nostro caso! Tutto quanto state leggendo è solo una somma di dati per estensione e non per profondità. Ad onor del vero, la mente, o meglio l’io, ha in sé la conoscenza che cerco di trasmettervi. Tramite la meditazione di queste idee e gli esercizi scaverete dentro voi stessi come il muratore che scavando nelle gallerie all’ultima picconata rompe l’ultimo strato di roccia e un raggio di luce lo illumina. Questo è il mio augurio. .: Ax :.

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