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[Podcast] Consigli sulla Divinazione


Consigli sulla Divinazione.

“Ekkiu, a volte nelle mie sessioni di divinazione ho qualche problema con i clienti, dopo aver dato i responsi cerco di essere comprensiva e di aiutare le persone ma in fondo alla giornata mi sento drenata ed esausta. Sto facendo qualcosa di sbagliato?”

Ekkiu: Prima di tutto è necessario chiarire bene l’argomento di questa domanda. La divinazione, è l’atto di divinare cioè il processo per ottenere delle conoscenze dirette dall’ignoto. Di solito avviene tramite degli specifici strumenti come per esempio i tarocchi, le rune, la sfera di cristallo, la geomanzia e tutte le numerose arti mantiche originate fin dagli albori dell’umanità. Alcune persone fanno delle divinazioni per gli altri, altre, solo per se stesse, la scelta sta a te, è molto personale, così come è personale se farlo gratuitamente oppure farti pagare. Tutte le scelte a mio parere vanno bene, purchè si capisca bene una cosa:

“La divinazione non è psicologia e non è dare consigli”

Piuttosto, come ho detto prima, la divinazione è ottenere le informazioni e poi trasmetterle alla persona che ha posto la domanda. Il mettersi ad interpretare i dati ricevuti e quindi dare suggerimenti oppure dei consigli per infiocchettare un po’ la visione, non porta mai a buone cose. Di fatto fai entrare così tanto della vita personale e psicologica che non è più una vera divinazione

“E’ un counseling”

Non tutti poi i divinanti, hanno le capacità reali di essere dei buoni counselor, sono proprio due abilità differenti. Basti pensare ad esempio alla visione di una strega di paese, vai da lei per sapere, quindi per un’informazione, vuoi sapere se avrai dei figli, lei ti risponderà : ”si, due!”, punto, fine della divinazione, ok? Considera che ci sono almeno tre tipologie di persone o meglio di situazioni che possono crearti dei problemi durante la divinazione, la prima situazione:

“Le persone non sono soddisfatte e quindi rifiutano l’esito della divinazione”

Questo avviene perché ovviamente la risposta della tua divinazione non è conforme o meglio non è una conferma alle loro speranze, il secondo caso invece è quello in cui le persone:

Non ascoltano i consigli che tu dai”

Consigli anche pratici scaturiti da una lettura perché anche in questo caso va contro le loro aspettative.

Un’ ultima situazione che andiamo a vedere insieme è quella in cui si entra in una specie di loop in cui subito si considera e si giudica la domanda fatta dalla persona che ti sta davanti

“Si giudica una domanda troppo materialista”

Una domanda troppo lontana dallo sviluppo spirituale.

Ovviamente queste tre situazioni, possono presentarsi solo se pratichi la divinazione per qualcun altro. Una volta imparata l’arte, nessuno ti obbliga, in nessun modo, a condividerla con gli altri, nessuno ti obbliga ad esporti pubblicamente, ad esempio puoi applicarla a te stessa o ad una cerchia ristretta di persone, solo quelle di cui ti fidi. Analizziamo le tre situazioni un po’ più da vicino:

Supponiamo arrivi un cliente e il divinante sia pronto ad eseguire la divinazione al massimo delle sue capacità.


Nella prima situazione abbiamo un richiedente che va dal divinante chiedendo l’esito di qualcosa della sua vita, l’esito è negativo e il richiedente disapprova la risposta che ha ricevuto, è contrariato e magari va via.

Come divinante essere un portatore di cattive notizie, non è mai divertente, io stesso alle volte ho avuto bisogno di alcuni minuti per riprendermi un attimo e per ricompormi, dipende molto da cosa ti arriva dalla divinazione se è fatta bene, ok? Detto questo però, sempre in qualità di divinante, hai il dovere di fornire alla persona le informazioni che si sono presentate nella lettura e intendo tutte le informazioni perché se l’informazione è lì, in risposta a quella persona, io devo comunicargliela, in fondo è proprio per questo che si è rivolta a me ed è proprio per questo che mi paga. Potremmo chiamarla questa una specie di regola dell’onestà, in cui la divinazione viene trasmessa senza la nostra personale interferenza. A mio parere precludere o filtrare in qualche modo l’informazione a mio piacimento, soprattutto quando ho davanti una persona che ha richiesto proprio il mio aiuto, non è per niente etico. So che questo può essere un problema, a volte le persone non vengono per ricevere informazioni ma solo per confermare le loro supposizioni, per confermare le loro speranza usando quindi voi e usando la divinazione un po’ come una scusa. Ecco perché quando qualcosa non calza con i loro desideri, reagiscono male e nel migliore dei casi se ne vanno, arrabbiati magari. Peccato per loro, credo, ma non è certo una mia preoccupazione. Non importa la tipologia capite? Una notizia è sempre una notizia e il vero lavoro del divinante è fornire l’informazione al cliente, come poi i clienti reagiscono è affar loro, non si può fare molto. Volevano l’informazione? E tu gliel’hai data, adesso loro conoscono qualcosa che prima non conoscevano e qui, finisce il tuo ruolo nella situazione. Una volta che la lettura è fatta, il ruolo del lettore è terminato, quindi in qualità di divinante, è molto importante che tu conosca bene il tuo ruolo, perché questo poi andrà a definire le tue responsabilità o le tue obbligazioni implicate nella situazione. Se poi ti senti capace, puoi dividere il consulto in due sezioni: come divinante, colei/colui che percepisce l’intelligenza all’opera che riceve le informazioni e le contestualizza e dall’altra parte ovviamente puoi fornire i tuoi consigli come ascoltatrice ma, sia chiara una cosa, tutti questi ruoli, devono durare solo per la lunghezza del consulto, dopo di ché tu non sei legata al cliente per nessuna ragione e non dovresti proprio rimanere legata. A tali attaccamenti, involve molta materia emozionale e pathos e in qualità di divinante non puoi permetterti questo livello di attaccamento, pena, la tua deviazione o inibizione del tuo divinare. Andrai come le onde del mare, su, quando loro sono felici e giù, quando sono depressi. Una delle principali regole quando fai divinazione è

“Se non puoi eliminare qualsiasi attaccamento o coinvolgimento sia a favore che a sfavore di un esito allora non dovresti proprio fare la lettura.”

Infatti, l’abilità di un buon divinante non sta solo nel vedere l’informazione ma anche nel saperla comunicare in un modo efficace e accurato e l’attaccamento distrugge questa abilità.


Passiamo quindi al secondo caso…


Il cliente che decide di ignorare completamente la tua divinazione e quindi anche tutti i consigli ricevuti saggiamente a riguardo. Anche se essere portatore di brutte notizie può spezzarmi il cuore, il riportare notizie false o insabbiate credo che sia ancora peggio. Ricordati che


“Il tuo ruolo è finito quando la lettura è stata fatta.”


Anche nel caso in cui una persona ti abbia pagato per una lettura, tutto ciò che esula da questo non è richiesto ed onestamente non va a favore del tuo business. Che seguano o no un tuo consiglio, non ti riguarda, così come non ti riguarda una loro particolare reazione emotiva. Sono stati avvertiti del servizio da te offerto (o almeno dovrebbero esserlo) e tu sei solo la divinante che trasmette l’informazione, gli avvertimenti per arginare una situazione, per poterla migliorare o per poterla in qualche modo evitare ed i consigli relativi. Non sei la loro coach. Di solito le persone non ti dicono: ”Non seguirò i tuoi consigli”, almeno non durante il consulto, soprattutto i clienti ricorrenti, quelli che ritornano da te un po’ tristi raccontandoti che le tue previsioni erano reali ma loro non hanno seguito i tuoi consigli per migliorare la situazione. La terza situazione e forse la più interessante: essere contrariati nell’uso della divinazione per cose strettamente materiali e che non hanno nulla a che fare con il cosiddetto sviluppo spirituale. Questa è una cavolata totale, t’innalza a giudice di qualcosa e inizi a decretare cosa è spirituale e cosa non lo è. Tu potrai crederti una santa ma giudicando la tua clientela in verità, ritorni alla situazione precedente della quale abbiamo parlato al punto due, cioè il rischio di perdere la capacità divinatoria, di perdere le tue facoltà. Tu non sei nessuno per dire che cosa è santo e cosa non lo è. Se credi che la divinazione debba sempre essere applicata solo ad argomenti sulla crescita spirituale o di elevazione sei in errore. Spessissimo i veri maghi si sono fatti pagare per i loro servizi oppure per i loro insegnamenti e non trovo niente di sbagliato in questo. Inoltre devi capire che non tutti nella vita giocheranno nel tuo stesso campo o al tuo stesso gioco. Non puoi conoscere lo scopo profondo di una persona o il perché agisce in un dato modo, non sai cosa pensa o come si sta dispiegando il suo destino (la Volontà Divina, se preferisci). Tutto quello che sai è che si è rivolta a te, ti ha posto delle domande in cerca di aiuto. Se senti delle reazioni negative da parte tua, semplicemente non fare il consulto. Ci sono dei casi in cui puoi rifiutarti di farlo, ne hai assolutamente il diritto, soprattutto se la domanda è offensiva o potrebbe portare a conseguenze legali.

“Tu sei una divinante non un pastore”

Non devi giudicare i tuoi clienti ma al massimo declinare il consulto. Se ti crei la reputazione di una persona che critica tutto o che svolge le divinazioni a livello di business, questo ti porterà meno amici e ancor meno clienti. Dovremmo avere la mente aperta così come chi viene a chiederci un consulto che a prescindere dalla loro vita e dal loro lavoro, riconoscono l’idea di un potere superiore che guida le loro vite e hanno la possibilità di conoscere l’ignoto proprio grazie al tuo aiuto. Non hai alcuna certezza ne sul fatto che siano materialisti al 100% né che il tuo consulto non possa trasformare la loro vita in qualcosa di più positivo e più ricco. La tua anima deve sempre guidarti nelle letture, deve sempre guidarti in questo meraviglioso modo di servire il prossimo, così come nella vita e non essere consumata da queste. - Ekkiu -

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